Recensione - Mangiatori di morte di Michael Crichton
Mangiatori di Morte è un libro di una tipologia un po' particolare, scritto da Michael Crichton (1942-2008) nel 1976 con il titolo originale di Eaters of the Death. Da questo libro è stato tratto il film Il 13° Guerriero nel 1999, diretto da John McTiernan, con Antonio Banderas nel ruolo del protagonista Ahmed ibn Fadlan.
Mangiatori di Morte non è propriamente un romanzo fantasy, ma ha un'accezione che lo rende vicino al fantasy storico. E vedremo perché.
Il romanzo è ambientato nel 921/22. Il dignitario Ahmed ibn Fadlan, dopo aver sedotto la moglie di un ricco mercante, viene punito dal Califfo di Baghdad, la Città della Pace, tramite l'invio come ambasciatore presso il re dei Bulgari per convertirlo e insegnargli l'Islam.Durante il viaggio, entra in contatto con un gruppo di vichinghi, che lui chiama Normanni. Assiste ai loro riti, alla loro vita quotidiana, descrive la loro sporcizia e i grandi banchetti pieni di alcol e donne. Ad un certo punto il nuovo capo della comunità, Buliwif, viene incaricato da Wulfgar, figlio del re dei Dan Rothgar, di una missione eroica: il re è minacciato da qualcosa, qualcosa che può essere sconfitto, secondo la sciamana dei Normanni, soltanto da un gruppo di dodici uomini più uno. I primi dodici devono essere dei volontari Normanni, mentre il tredicesimo guerriero sarà ibn Fadlan, visto che, secondo la sciamana, deve essere uno straniero. Così, contro la sua volontà, l'arabo si mette in viaggio verso la terra dei Dan, dove una misteriosa avventura lo attende, tra leggende che diventano realtà e le orribili creature chiamate Mangiatori dei Morti.
Mangiatori di Morte è particolare in quanto si tratta di un falso storico. Come per Jurassic Park e per Timeline, Crichton si è ispirato a qualcosa di reale e ha dato una solida ossatura bibliografica alla sua storia per renderla talmente verosimile da far venire al lettore il dubbio di star leggendo qualcosa di realmente accaduto.
In questo caso, Crichton si ispira ad un personaggio e ad un personaggio realmente esistiti. Ahmad ibn Fadlan è stato uno scrittore e viaggiatore persiano che, nel 921/22, venne inviato dal califfo al-Muqtadir presso il re dei bulgari Almis. L'obiettivo della missione era ottenere l'omaggio del re al califfo di Baghdad, in cambio di denaro che sarebbe servito per la costruzione di una fortezza contro una popolazione rivale. Tuttavia, la missione fallì in quanto il califfato non riuscì a riunire la somma richiesta. Il vero ibn Fadlan entrò in contatto con diverse popolazioni durante il suo viaggio, tra cui i turchi e, soprattutto, i finnici stabiliti nei dintorni del regno dei Bulgari. Il suo manoscritto è molto importante non solo per la descrizione dei costumi di queste popolazioni, dei quali si hanno pochissime testimonianze dirette, ma anche per il suo taglio quasi antropologico, senza quindi dettagli fantasiosi come spesso capita nei racconti di viaggio di questo periodo. Il manoscritto del viaggio di ibn Fadlan non ci è arrivato nella versione originale, ma solo tramite delle ritrascrizioni frammentarie.
Crichton recupera questo materiale immaginando che Mangiatori di Morte sia una nuova traduzione di questo manoscritto, e per rendere tutto più veridico fornisce al suo romanzo il taglio di un saggio, con una introduzione, delle note a piè di pagina, delle conclusioni e una bibliografia più o meno immaginaria. Il linguaggio del racconto di ibn Fadlan cerca di ricalcare quello di un viaggiatore arabo medievale, e se all'inizio ci riesce, purtroppo verso la fine l'illusione si perde un po', a causa del ritmo che improvvisamente un po' troppo veloce, con una minor cura verso la descrizione dei dettagli.
Ho parlato di una sorta di fantasy storico in quanto, all'inizio, l'elemento fantastico sembra essere all'interno della storia: creature innaturali e orribili che vengono con la nebbia, con un aspetto non del tutto umano e attorno alle quali ci sono diverse leggende, nelle quali sono presenti anche i draghi...
E tuttavia, poi ecco la razionalità di Crichton che torna a farla da padrona, con una spiegazione finale appena accennata nel "manoscritto" e spiegata in modo sottile, seppur non del tutto esplicito, nella conclusione, correlata dalla solita bibliografia.
Dopotutto, Mangiatori di Morte è nato come una sfida lanciata da un amico all'autore, quella di rendere interessante e adatto all'epoca contemporanea il racconto di Beowulf. E quindi possiamo leggere questo romanzo come l'origine storica di questo classico poema epico anglosassone che gli studiosi tendono a datare all'VIII secolo.
Le mie conclusioni sono le seguenti: Mangiatori di Morte è un romanzo ben costruito, documentato in modo rigoroso (cosa che la studentessa di storia che sono non può che apprezzare) e che ci trascina per poco più di 150 pagine in un'avventura piacevole, anche se personalmente ho trovato il ritmo narrativo un po' discontinuo. Altra cosa che avrei maggiormente apprezzato sarebbe stata un'evoluzione un po' più lenta del personaggio, che passa troppo rapidamente dal non volersi far coinvolgere nella missione che gli è stata affidata a compagno dei Normanni anche durante i loro rituali.
Voto: 3,5/5
Scheda del libro
Titolo: Mangiatori di Morte
Autore: Michael Crichton
Data di pubblicazione: 1976
Quarta di copertina: Il colto dignitario arabo ibn Fadlan viene inviato in una missione diplomatica dal suo califfo nella terra dei vichinghi. Siamo nel 922 dopo Cristo, ed egli annota nel suo diario di viaggio ciò di cui è testimone. Incontra gruppi di "barbari" che curano molto meno l'igiene di quanto non facciano con il cibo, l'alcol e il sesso. Assiste ai loro riti, alla violenza delle loro cerimonie, alle orgie. Quello di Fadlan con l'Europa dell'epoca è un incontro scioccante, per lui che viene dal mondo sofisticato ed evoluto di Baghdad, la "Città della Pace". Ma nonostante la sua diversità, viene accolto nel clan vichingo, gode della protezione del suo capo e seguirà il gruppo fino in Scandinavia, fino alla lotta finale con le misteriose creature della nebbia.
Mangiatori di Morte non è propriamente un romanzo fantasy, ma ha un'accezione che lo rende vicino al fantasy storico. E vedremo perché.
Il romanzo è ambientato nel 921/22. Il dignitario Ahmed ibn Fadlan, dopo aver sedotto la moglie di un ricco mercante, viene punito dal Califfo di Baghdad, la Città della Pace, tramite l'invio come ambasciatore presso il re dei Bulgari per convertirlo e insegnargli l'Islam.Durante il viaggio, entra in contatto con un gruppo di vichinghi, che lui chiama Normanni. Assiste ai loro riti, alla loro vita quotidiana, descrive la loro sporcizia e i grandi banchetti pieni di alcol e donne. Ad un certo punto il nuovo capo della comunità, Buliwif, viene incaricato da Wulfgar, figlio del re dei Dan Rothgar, di una missione eroica: il re è minacciato da qualcosa, qualcosa che può essere sconfitto, secondo la sciamana dei Normanni, soltanto da un gruppo di dodici uomini più uno. I primi dodici devono essere dei volontari Normanni, mentre il tredicesimo guerriero sarà ibn Fadlan, visto che, secondo la sciamana, deve essere uno straniero. Così, contro la sua volontà, l'arabo si mette in viaggio verso la terra dei Dan, dove una misteriosa avventura lo attende, tra leggende che diventano realtà e le orribili creature chiamate Mangiatori dei Morti.
Mangiatori di Morte è particolare in quanto si tratta di un falso storico. Come per Jurassic Park e per Timeline, Crichton si è ispirato a qualcosa di reale e ha dato una solida ossatura bibliografica alla sua storia per renderla talmente verosimile da far venire al lettore il dubbio di star leggendo qualcosa di realmente accaduto.
In questo caso, Crichton si ispira ad un personaggio e ad un personaggio realmente esistiti. Ahmad ibn Fadlan è stato uno scrittore e viaggiatore persiano che, nel 921/22, venne inviato dal califfo al-Muqtadir presso il re dei bulgari Almis. L'obiettivo della missione era ottenere l'omaggio del re al califfo di Baghdad, in cambio di denaro che sarebbe servito per la costruzione di una fortezza contro una popolazione rivale. Tuttavia, la missione fallì in quanto il califfato non riuscì a riunire la somma richiesta. Il vero ibn Fadlan entrò in contatto con diverse popolazioni durante il suo viaggio, tra cui i turchi e, soprattutto, i finnici stabiliti nei dintorni del regno dei Bulgari. Il suo manoscritto è molto importante non solo per la descrizione dei costumi di queste popolazioni, dei quali si hanno pochissime testimonianze dirette, ma anche per il suo taglio quasi antropologico, senza quindi dettagli fantasiosi come spesso capita nei racconti di viaggio di questo periodo. Il manoscritto del viaggio di ibn Fadlan non ci è arrivato nella versione originale, ma solo tramite delle ritrascrizioni frammentarie.
Crichton recupera questo materiale immaginando che Mangiatori di Morte sia una nuova traduzione di questo manoscritto, e per rendere tutto più veridico fornisce al suo romanzo il taglio di un saggio, con una introduzione, delle note a piè di pagina, delle conclusioni e una bibliografia più o meno immaginaria. Il linguaggio del racconto di ibn Fadlan cerca di ricalcare quello di un viaggiatore arabo medievale, e se all'inizio ci riesce, purtroppo verso la fine l'illusione si perde un po', a causa del ritmo che improvvisamente un po' troppo veloce, con una minor cura verso la descrizione dei dettagli.
Ho parlato di una sorta di fantasy storico in quanto, all'inizio, l'elemento fantastico sembra essere all'interno della storia: creature innaturali e orribili che vengono con la nebbia, con un aspetto non del tutto umano e attorno alle quali ci sono diverse leggende, nelle quali sono presenti anche i draghi...
E tuttavia, poi ecco la razionalità di Crichton che torna a farla da padrona, con una spiegazione finale appena accennata nel "manoscritto" e spiegata in modo sottile, seppur non del tutto esplicito, nella conclusione, correlata dalla solita bibliografia.
Dopotutto, Mangiatori di Morte è nato come una sfida lanciata da un amico all'autore, quella di rendere interessante e adatto all'epoca contemporanea il racconto di Beowulf. E quindi possiamo leggere questo romanzo come l'origine storica di questo classico poema epico anglosassone che gli studiosi tendono a datare all'VIII secolo.
Le mie conclusioni sono le seguenti: Mangiatori di Morte è un romanzo ben costruito, documentato in modo rigoroso (cosa che la studentessa di storia che sono non può che apprezzare) e che ci trascina per poco più di 150 pagine in un'avventura piacevole, anche se personalmente ho trovato il ritmo narrativo un po' discontinuo. Altra cosa che avrei maggiormente apprezzato sarebbe stata un'evoluzione un po' più lenta del personaggio, che passa troppo rapidamente dal non volersi far coinvolgere nella missione che gli è stata affidata a compagno dei Normanni anche durante i loro rituali.
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Una pagina del Cotton Vitellius, il manoscritto contenente l'unica copia in nostro possesso di Beowulf |
Voto: 3,5/5
Scheda del libro
Titolo: Mangiatori di Morte
Autore: Michael Crichton
Data di pubblicazione: 1976
Quarta di copertina: Il colto dignitario arabo ibn Fadlan viene inviato in una missione diplomatica dal suo califfo nella terra dei vichinghi. Siamo nel 922 dopo Cristo, ed egli annota nel suo diario di viaggio ciò di cui è testimone. Incontra gruppi di "barbari" che curano molto meno l'igiene di quanto non facciano con il cibo, l'alcol e il sesso. Assiste ai loro riti, alla violenza delle loro cerimonie, alle orgie. Quello di Fadlan con l'Europa dell'epoca è un incontro scioccante, per lui che viene dal mondo sofisticato ed evoluto di Baghdad, la "Città della Pace". Ma nonostante la sua diversità, viene accolto nel clan vichingo, gode della protezione del suo capo e seguirà il gruppo fino in Scandinavia, fino alla lotta finale con le misteriose creature della nebbia.
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